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LESIRENE ULTRA CORPO-VOCE
spettacolo di danza e musica di Barbara Zanoni
creato con Anna Palumbo
Uno spettacolo di danza e musica ispirato dalle eterne fanciulle divine: un lavoro onirico essenzialmente, archetipale e visionario; dalle antiche statuette neolitiche di donne-uccello, aspetti della Grande Dea Madre ancestrale alle più tarde forme di donna-pesce, fino ai capitelli delle cattedrali gotiche dell'Europa medievale, la Sirena si configura come archetipo quale sintesi e rappresentazione dell'aspetto numinoso e insieme misterioso della sacralità femminile, in particolare, dei suoi aspetti oscuri e abissali, legati al sapere oscuro, alla conoscenza non razionale, alle qualità della percezione, del sentire profondo e del comunicare non vincolate al principio del logos, ma connesse alla sfera del vocalico, della poesia e della musica come canto, preghiera, rito, profezia. LESIRENE nasce dal corpo e dalla voce e indaga questo sapere profondamente radicato nel corpo femminile, un corpo stra-ordinario, unico depositario e anche unico media possibile tra gli umani e il suo sapere oscuro e numinoso ed anche ponte tra umano e divino, il corpo nel suo farsi canale conserva la propria sacralità e rinnova in ogni canto ed in ogni danza la sua connessione profonda con l'elemento acqua, femminile e lunare aprendosi al sentire e alla visione: diventa un corpo di sirena: mente-corpo-anima oracolo.
LESIRENE è anche operazione cultu(r)ale: se c'è qualche sirena, ondina, nereide, naiade, anguana o altra ninfa d'acqua che ancora non conosciamo, così danziamo e cantiamo a lei, ri-membrandola la chiamiamo senza paura, pronte a ri-conoscerla e ad ascoltarne il canto.
Barbara Zanoni, danza e canto
Anna Palumbo, percussioni e canto
progetto e coreografia: Barbara Zanoni
musiche originali: Anna Palumbo
visual design: Andrea Mordenti
allestimento scenografico: Antonio Caranti
immagini: Octavia Monaco
foto di scena: Renzo Zuppiroli
trailer e dvd: Andrea Bosi
inCorpore
O DELLA NATURA CAOTICA DELL’ATMOSFERA TERRESTRE,
DEL SUO GENERARE RELAZIONI E STRUTTURE DINAMICHE IN CONTINUA TRASFORMAZIONE
DEL NOSTRO LEGGERNE IN CORPO I SEGNI, E IN CORPO RESTITUIRLI VIBRANDONE L’ESSENZA
progetto coreografico di e con Barbara Zanoni e Paola Ponti
La dimensione è doppia, si sviluppa dinamicamente in scena nella danza di due donne, assumendo così un'energia femminile e cangiante, come le atmosfere che crea ed attraversa.
Questo lavoro di ricerca coreografica è la fioritura rigogliosa e potenzialmente infinita del fare di necessità virtù, del riconoscimento del proprio limite come possibilità, come opportunità: la danza è un tessuto di acrobazie necessarie a trasformare la fragilità in potenza, il dolore in bellezza, la ferita in saggezza...
Del corpo, nel corpo, col corpo: ma è corpo-mente-anima aperto e danzante. E' corpo stra-ordinario, che ambisce a fare della propria danza un'opera d'arte.
L’idea iniziale di creare una partitura coreografica con tre corpi danzanti verteva sul concetto di ‘resistenza nella fragilità’; come il corpo si plasma nel trasformarla e nel trasformarsi. Ora resistono in scena, da tre che erano, solo due donne. Mutano gli equilibri, cambia l’assetto, ma tuttora non c’è fiction, la drammaturgia della danza consiste nella dinamica stessa e nel disegno ch’essa crea nello spazio-tempo, nuda.
Le due danzatrici e coreografe si aprono ad una prospettiva doppia di condivisione nella creazione e nella performance. L’autenticità è il valore attorno al quale si dilata e prende forza la danza, la resistenza l’elemento fisico-concettuale di partenza e il corpo ne è una possibile espressione.
Paola Ponti: concept, coreografia e danza
Barbara Zanoni: concept, coreografia, danza e canto
luci: Andrea Mordenti
foto di scena: Renzo Zuppiroli
dvd: Stefano Tedioli e Paola Ponti
Progetto in residenza a Teatro Binario di Cotignola RA
in collaborazione con Associazione Culturale Cambio Binario / Nicoletta Ancherani
SCIAME
spettacolo di danza e suono di LUIGI BERARDI e BARBARA ZANONI
La musica è suono arcaico di pietra di voce, declinata ad evocare nel qui ed ora di un rito contemporaneo il canto della regina delle api.
La danza è segno spaziotemporale di ogni attraversamento, è corpo stra-ordinario che si apre e si lascia attraversare, facendosi strumento.
I diversi linguaggi espressivi si fondono a tessere una storia che esiste già nella memoria: è la drammaturgia invisibile del rito che si attualizza attraverso gesto, suono, movimento e canto.
L’arte come rituale riattualizza e ricolloca nell’evocarlo il mistero dell’umano vivere in relazione al mistero più grande del vivere cosmico: ciclicamente.
SCIAME
di e con Luigi Berardi e Barbara Zanoni
Barbara Zanoni, danza e canto
Luigi Berardi, litofono
allestimento e opere in legno: Luigi Berardi
foto di scena: Mattia Pasini (indoor) e Renzo Zuppiroli (outdoor)
MELUSINE
spettacolo di danza e canto di Barbara Zanoni
ispirata alla fiaba-racconto medioevale 'L'histoire de Melusine'
La parte segreta.
Il fuoco interiore, alimentarlo, proteggerlo. Scaldarsi ad esso.
Preservare intatto il mistero della propria natura, frequentarlo.
Tornare alla fonte, bagnarsi alle acque interiori.
Acqua e fuoco solo alchemicamente s'incontrano, coesistono qualche attimo, fondendosi, meraviglioso ossimoro, in colei che si fa terra, caverna, utero tutta, alchimista, e col suo respiro, soffia verità, amore e bellezza. Melusine fu colei che, oltraggiata, si fece drago e volò via perché l'uomo non aveva saputo accettare il suo mistero e rispettarlo. Ora si è nascosta nelle profondità della terra o delle acque, promette un ritorno glorioso come una grande rifioritura primaverile. Le sue figlie la stanno già chiamando, Sirene, con danze e canti.
A partire dalla storia-mito del medioevo francese ''L'histoire de Melusine'', una breve opera simbolica contemporanea sulla parte segreta, un bagnarsi alle acque interiori. Una donna canta e danza tra il quotidiano e il suo mondo interiore che la richiama al sacro, un sacro privo di religione, per come oggi la intendiamo, una sacralità che è tutt'uno con la natura, di cui lei stessa è parte, è corpo e voce; deve solo ricordarlo, ritrovarlo: qui lo fa attraversando l'archetipo della Sirena, creatura femminile soprannaturale, o altrove, donna dalla doppia natura: umana e sacrale. La Sirena è sempre legata al canto, prima donna-uccello di origine neolitica poi donna-pesce nella tradizione più tarda, si ritrova in diverse chiese gotiche, specialmente nei capitelli, come simbolo di saggezza e della natura selvaggia e indomita del femminile ancestrale. E' legata indissolubilmente all'elemento acqua, come origine della vita e come simbolo dell'eterno movimento nel ciclo vita-morte-rinascita; è connessa al mondo emotivo ed ai sentimenti e soprattutto a quella parte di saggezza che non si può raggiungere razionalmente, ma solo accostare: al sapere segreto, all'inconoscibile, al mistero. La Sirena è portatrice di un mistero-saggezza-canto tanto straordinario da non potere essere contenuto umanamente o che, per essere contenuto, richiede una discesa nelle profondità abissali del femminile, ovvero un'iniziazione: la morte simbolica necessaria alla propria rinascita.
danza e canto: Barbara Zanoni
allestimento scenografico: Antonio Caranti
foto di scena: Maria Novello e Antonio Caranti
GERUSALEMME PERDUTA
un viaggio contromano da Torino a Gerusalemme
un progetto di Aleksandar Sasha Karlic
a cura di Graziano Piazza
con
Theatrum Instrumentorum, Balkan Jam
Aleksandar Sasha Karlic, Barbara Zanoni, Graziano Piazza
e con
Paolo Rumiz
drammaturgia: Paolo Rumiz
ricerca e direzione musicale: Aleksandar Sasha Karlic
coreografia, danza, canto: Barbara Zanoni
suono: Mustafa Cengic
luci: Andrea Mordenti
foto di scena: Manuela Ruggiu
(copyright Maurizio Montanari-Ravenna Festival 2011)
produzione: Ravenna Festival 2011
Theatrum Instrumentorum & Balkan Jam:
Vangelis Merkouris (canto, tambura)
Muhammad Eid Al Chaleh (canto, percussioni)
Igor Niego (ney, gajda, kaval, percussioni)
Krasimir Kalinkov (violino, lira)
Marco Ferrari (ney, kaval, clarinetto)
Aleksandar Sasha Karlic (canto, oud, percussioni)
''Tutto si ricompone, in fondo al labirinto. Le bombe sull’Iraq, le Torri Gemelle, l’incendio balcanico, il crollo del Muro. Qui è la matassa che riannoda i fili trovati sui monti della Cappadocia e nei manoscritti della Biblioteca Ambrosiana a Milano; nei monasteri dei Balcani, sull’isola degli Armeni a Venezia o sulla tomba di Schindler, qui vicino, verso la valle di Josafath.”
(Paolo Rumiz)
Se nel testo/viaggio alla ricerca del divino, in questo percorso spazio-temporale e spirituale, Dio resta sempre qualcosa che si cerca e non qualcosa che si trova, o che ti trova, s'incontrano e si trovano invece luoghi, persone, oggetti, pensieri, riflessioni, squarci di vita che aprono mondi di visioni e di pensieri su come l'umano ha inteso e vissuto il divino trasformandolo nel tempo in concetto razionale e, in seguito, in sistema religioso, tanto da produrre significativi e talora incredibili paradossi .
La danza si fa invece portatrice di una sacralità femminile che sta sotto, dentro e prima delle religioni del libro, che vive nel corpo-anima umano ed attraverso la carne, il respiro, il movimento si lascia trovare e direttamente ci tiene in contatto col mistero della vita. Il sentimento del sacro che si esprime attraverso il corpo umano ti trova perché ti attraversa, semplicemente, appoggiando i piedi nudi sulla terra bagnata, guardando una madre che allatta al seno ed ogni qualvolta ci si permette di lasciar da parte le etichette, di non nominare le definizioni, di non considerare importanti le separazioni e i condizionamenti le differenze come limiti, per assaporare la nostra essenza, al tempo stesso umana e sacra.
E' proprio nell'addentrarsi nel segno specifico e culturalmente caratterizzato di una singola espressione artistico-culturale, quale che sia; che si scelga il linguaggio della parola, della danza, della musica, dell'immagine, che risulta chiara l'universalità della natura umana e dell'umana essenza, così come risulta assurda e priva di fondamento ogni contrapposizione culturale quando la consapevolezza ed il rispetto della persona e dell'universo restano al centro della visione dell'umano vivere, ne risulta una grande danza cosmica di sottili armonie.
La musica è il tessuto centrale che annoda anche i fili della parola e della danza, questo unicum centrato su un suono che abbraccia l'intero bacino mediterraneo, indugiando nell'area balcanica e mediorientale, dal punto di vista cronologico, si assesta sugli ultimi mille anni della nostra storia comprendendo diverse composizioni originali. Gli strumenti etnici ed antichi sono rigorosamente suonati secondo tecniche modali alla maniera tradizionale. La danza e la parola invece si esprimono scegliendo due linguaggi estremamente contemporanei pur attardandosi nei territori ancestrali del sacro e di ciò che gli esseri umani sentono, raccontano, vedono e vivono come sacrale.
INCANTI
magie di verità e amore per voce, corpo e strumenti
spettacolo di danza e musica di Barbara Zanoni
creato con Igor Niego
''Nei canti di tradizione orale di tutta ''l'Antica Europa'', permangono tracce di quotidiane magie sacre, quelle per addormentare i bambini, o ninna nanne, sono le uniche sopravvissute nella nostra cultura, ma restano le vestigia di molte altre. Dai canti per l'ape regina, a quelli per la pioggia, numerosi sono gli esempi di una modalità umana di interazione col mondo naturale estremamente cosciente dei cicli della Terra e totalmente integrata in e con esso; chiara è l'indissolubile unione tra arte, sacro e natura; la voce e il corpo sono al centro della cultura. La nostra era ha qualcosa da imparare, molto da ricordare... E una caccia sciamanica da iniziare.''
Figlio del precedente solo INCANTI - magie di verità e amore per voce sola e canto, questo spettacolo si può considerare una sua evoluzione poiché ne mantiene esattamente la stessa ispirazione, ampliata, approfondita ed arricchita: è il frutto non ordinario dell'incontro tra i due artisti su un terreno magico comune che comprende sia la danza contemporanea sia i canti e le musiche di differenti tradizioni.
Barbara Zanoni > danza, canto e percussioni
Igor Niego > percussioni, fiati e cornamuse
direzione musicale: Igor Niego
concept e coreografia: Barbara Zanoni
allestimento scenografico: Antonio Caranti
foto di scena: Renzo Zuppiroli
INCANTI
magie di verità e amore per voce, corpo e strumenti
spettacolo di danza e musica di Barbara Zanoni
creato con Igor Niego
''Nei canti di tradizione orale di tutta ''l'Antica Europa'', permangono tracce di quotidiane magie sacre, quelle per addormentare i bambini, o ninna nanne, sono le uniche sopravvissute nella nostra cultura, ma restano le vestigia di molte altre. Dai canti per l'ape regina, a quelli per la pioggia, numerosi sono gli esempi di una modalità umana di interazione col mondo naturale estremamente cosciente dei cicli della Terra e totalmente integrata in e con esso; chiara è l'indissolubile unione tra arte, sacro e natura; la voce e il corpo sono al centro della cultura. La nostra era ha qualcosa da imparare, molto da ricordare... E una caccia sciamanica da iniziare.''
Figlio del precedente solo INCANTI - magie di verità e amore per voce sola e canto, questo spettacolo si può considerare una sua evoluzione poiché ne mantiene esattamente la stessa ispirazione, ampliata, approfondita ed arricchita: è il frutto non ordinario dell'incontro tra i due artisti su un terreno magico comune che comprende sia la danza contemporanea sia i canti e le musiche di differenti tradizioni.
Barbara Zanoni > danza, canto e percussioni
Igor Niego > percussioni, fiati e cornamuse
direzione musicale: Igor Niego
concept e coreografia: Barbara Zanoni
allestimento scenografico: Antonio Caranti
foto di scena: Renzo Zuppiroli