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Oracolare
Oracolare - II studio
L’acqua e la terra per nuda scena.
La nudità come essenza da indossare, essenza del vero da indossare.
La sacerdotessa è un canto rituale e preghiere indecifrabili ma percepibili, sensibili, è una con l'evocare.
Per pochi preziosi attimi la Dea si manifesta nell'oracolare subitaneo ed enigmatico che avviene, accade. Un divenire possente.
Meraviglia, prodigio, portento.
Segno.
Per la sacerdotessa che attraversa il portale è ora il tempo di essere attraversata come canale, è lo spazio-tempo oracolare che sul tripode si svolge a spirale nella potente bellezza del bosco, esposta al divenire elementale. Fluisce come fiume, è nel flusso, è flusso.
Verrà il tempo della lettura, dell'interpretare, verrà il tempo del riflettere e del dipanare.
Verranno il tempo della scelta, il tempo dell'azione.
Qui e ora è lo spazio selvaggio della manifestazione, nel cuore della selvatica bellezza della terra assolata solcata dalle acque e delle radure ombrose protette dalle fronde nel segreto del sottobosco incantato.
Qui e ora è l'oracolo.
Per chi lo sa ascoltare.
L'oracolo.
L'oracolo e l'oracolare.
Oracolare - II studio
Barbara Zanoni
concept, coreografia, canto, danza contemporanea
VEKU – arte sciamanica
VERA - ICONE
Percorso elementale in cinque stanze per cinque spettatori
progetto VERA – per una metafisica del movimento
Un percorso in cinque stanze di arte sciamanica per due artiste dai linguaggi integrati
tra danza contemporanea, scultura, canto e performance e concepito per pochi spettatori con una guida-custode dello spazio.
Le forme in cartapesta e le forme in movimento del corpo danzante sono le icone,
ovvero ponti, media, tra un altrove arcaico o archetipale
ed un qui e ora manifesto, respirabile.
La successione delle stanze crea un percorso-trama in cui ordire i disegni e le scritture
dei corpi, dei movimenti e delle forme da attraversare.
VERA - ICONE
di e con
Alice Iaquinta e Barbara Zanoni
e con la partecipazione di
Carlotta Geminiani
co-regia di Paola Li Vecchi
VEKU - arte sciamanica
SELVIANA
SELVIANA è ispirata e dedicata alle ninfe dei boschi, alle salighe, alle selvane, alle driadi, alle
sirene, alle anguane e a tutte le Dee e le creature selvatiche che vivono nel cuore della foresta.
Selviana
Corteccia, radice
Sentire gli stami sulle labbra, senza chiedere, lasciarti un dono di polline
Ramo, foglia, resina
Ascoltare gli armonici delle fronde, come risuonano nella danza delle bottinatrici
Fiore, le moltitudini d’infiorescenze
Estremo vibrare monocolore a stancare gli occhi di luce, ma non lo sguardo
Foglia, le nervature come fili di seta
Il sottobosco umido reca un odore germinante di decomposizione e stasi apparente, sale alle nari,
Di humus e rugiada, ha uno spessore bagnato di oscurità
Isiaca
Lunare e nera, pregnante di vita.
Madre, sotto il tuo manto rarefatto d’argento indosso differenti cortecce sulla pelle,
Ad onorare le creature che tessono il nostro respiro: tornando al bosco sacro, torno a me stessa
A sprofondare nell’erba ho risvegliato le memorie dei due gelsi
E di come la fatica nelle gambe del salire regali ancora il senso dell’appartenere
Alla terra
Alle acque
Al cielo
Ai fuochi
Ad altro ancora da nominare
Nell’adesso.
SELVIANA è una visione organica ed essenzialmente intima di relazione tra la dimensione umana e
quella arborea ispirata all’ascolto puro del mondo vegetale, della foresta e del bosco: una visione
spirituale incarnata in un corpo danzante e cantante, che poggia su questo sentire e che ne
restituisce alcune parti attraverso la danza e la voce. L’ispirazione dilaga prepotentemente
quando il bosco invade lo sguardo e la percezione tutta della sua bellezza e della sua forza che non
lascia tregua.
SELVIANA accede alla parte simbolica della dimensione arborea per successive messe a fuoco di
dettagli, quali foglie cadute e trasformate in terra attraverso la decomposizione in corso al suolo, o
quali nuovi germogli nascenti che cercano la propria direzione orientandosi nello spazio: nella
scrittura fisica la danza ne restituisce le tracce, grata, in cui la Luna è incanalata come linfa nelle
foglie a trasudare rugiade.